Negli ultimi anni si è registrato un rinnovato interesse per l’uso dell’italiano rispettoso delle differenze di genere. Questo interesse si esplicita perlopiù in proposte di tipo prescrittivo, che prevedono una serie di suggerimenti volti a evitare il sessismo nella lingua con interventi a livello lessicale e morfosintattico. I quattro studi presentati in questo volume si pongono invece l’obiettivo di descrivere da prospettive diverse la questione di lingua e genere in Italia, provando a rispondere a quattro domande. Innanzitutto, che grado di sessismo si registra nei contenuti, nella lingua e nelle immagini dei libri di testo delle scuole primarie, su cui gli alunni formano le loro prime competenze? In seconda battuta, che conseguenze ha l’esclusione del femminile dalla lingua sulla percezione della realtà da parte dei e delle parlanti? E poi, che cosa pensa veramente la comunità italofona dell’accettabilità di espressioni innovative – ma spesso ritenute brutte – come “assessora”, “ministra” o “sindaca”? Infine: esistono delle differenze in come uomini e donne comunicano su Facebook in italiano?