Il volume presenta per la prima volta al pubblico l’edizione commentata del diario di prigionia redatto da Giani Stuparich durante il suo periodo di reclusione nei campi dell’Austria-Ungheria, fra il 1916 e il 1918. Si tratta di un documento di fondamentale importanza per ricostruire il percorso esistenziale e letterario dello scrittore triestino, nel quale la dichiarata «costruzione di sé» nasce dalla rielaborazione delle vicende traumatiche del conflitto e dalla ricerca di una nuova forma espressiva da cui deriveranno i progetti artistici del dopoguerra. Nel volume sono contenuti anche uno studio e un regesto della produzione letteraria durante la prigionia: abbozzi, poesie, saggi e novelle che testimoniano la sperimentazione di generi e stili avviata nel contesto anomalo del lager. Chiude l’edizione un saggio dedicato all’analisi dell’intensa attività onirica di Stuparich e in particolare alla funzione salvifica dei «sogni di guerra» fedelmente trascritti nelle pagine di diario.
The volume offers the first commented edition of the diary written by Giani Stuparich during his imprisonment in the Austro-Hungarian prison camps (1916-1918). This diary is of great importance in reconstructing Stuparich’s existential and literary trajectory, and in better understanding how the trauma of imprisonment crucially impacted on Stuparich’s post-war poetics.
The volume also comprises a study on, and a list of, Stuparich’s unpublished documents dating to his imprisonment years. These writings – drafts, poems, essays, short stories – testify to the writer’s experimenting with different literary genres in the anomalous context of the prison camp. The closing section focuses on Stuparich’s intense oneiric activity and especially on the salvific role of his “war-dreams”.