L’itinerario artistico di Giuseppe Grava, medaglista, è qui ripercorso, quasi un diario autobiografico, attraverso le sue opere realizzate tra il 2000-2016. Egli lavora all’antica, da artigiano appartato, in un’interiorità lontana dai clamori accademici o critici. Ha scelto, infatti, nella tecnica e nel linguaggio che gli sono consoni, di affidare il suo mondo, tutto il suo mondo a tratti arcaico e denso di nostalgie per quanto si va irrimediabilmente perdendo, a un’arte desueta, quella della medaglia. Grava ripropone, quasi in controcanto rispetto alla velocità del digitale, la forza nativa del paziente lavoro che da un modello approda a fissare sul rame, fuso o coniato, ritratti, luoghi, ricordi, emozioni, persone: le affida al metallo perché superino il tempo e rimangano disponibili allo sguardo nelle nostre mani.