Il fenomeno delle notizie false è al centro del dibattito sull’informazione: dal bullismo online alle sospette ingerenze nelle elezioni politiche, le “bufale” hanno trovato terreno fertile su Internet. Gli strumenti della linguistica sono utili, se non a evitare del tutto la verifica delle notizie, almeno a far scattare campanelli di allarme che permettano al lettore di individuare le fake news? Il volume risponde a questa domanda secondo due approcci: quello della pragmatica e quello della linguistica dei corpora. Partendo dal rapporto tra testo scritto e immagini di corredo, è possibile valutare la qualità argomentativa e testuale delle fake news per individuare sfumature valutative (per es. l’indignazione) in testi in cui dovrebbe invece prevalere la funzione informativa. Il confronto di tipo quantitativo, invece, permette di rilevare lo scarto di registro e stile che distingue notizie vere e “bufale”.