Negli ultimi decenni del Novecento sono stati i giuristi delle grandi School of Law statunitensi a insistere sull’importanza dei testi letterari per affinare le capacità interpretative degli operatori del diritto. Ma non basta capire come i temi giuridici vengano esplicitamente trattati dalla letteratura. Quanto diritto c’è piuttosto nella letteratura anche quando non lo sappiamo riconoscere a un primo sguardo? Quale valore aggiunto può rivelare la letteratura stessa, se interrogata nella prospettiva del diritto? Finora è mancato un approccio comparativo e polifonico che sappia far dialogare diverse epoche, diverse tradizioni giuridiche e diverse culture letterarie. In questo volume giuristi, storici e studiosi di letteratura (americana, araba francofona, inglese, tedesca) si interrogano su tre tematiche trasversali: il ruolo della letteratura nel definire o accompagnare differenti processi di Nation-building e State-building in Europa; casi eminenti di interazione fra medium letterario e dibattimento processuale; l’incontro dei diritti dell’Occidente con modi di intendere la giustizia in contesti assai lontani, dal Nordafrica egiziano e marocchino fino ai Caraibi e alla Cina.