Nella pratica della salute mentale è possibile incontrare persone i cui percorsi di vita non sembrano adattarsi agli elenchi di segni e sintomi della manualistica diagnostica contemporanea. Questo testo nasce dal bisogno di dare dignità agli incontri con quelle forme di sofferenza definite da Blankenburg psicosi subapofaniche, troppo spesso lasciate ai margini nelle trattazioni teoriche.
Tali percorsi di vita, silenti, si caratterizzano per un difetto della costituzione dell’Io trascendentale, ma ciononostante non sembrano mai oltrepassare il vallo psicotico. L’approccio fenomenologico rende però possibile il riconoscimento del defekt, il nucleo profondo, l’autismo, che caratterizza questi possibili modi di essere. Poveri dal punto di vista clinico e sintomatologico, si distinguono infatti per la profonda alterazione della struttura esistenziale e quindi per la grande sofferenza vissuta, e necessitano di un corretto riconoscimento e di un’adeguata presa in carico da parte dei Servizi Territoriali.
Il testo non solo mette in evidenza la carenza degli attuali manuali diagnostici e delle moderne pratiche cliniche nel riconoscere e individuare tali forme di sofferenza, ma sottolinea anche la necessità di sviluppare un approccio clinico volto alla comprensione dei singoli fenomeni più che al semplice rilevamento di sintomi. Al tempo stesso, attraverso una consistente bibliografia, costruisce una guida che comprende i più importanti testi dei maestri della fenomenologia classica, permettendo così al lettore di approcciarsi al modello fenomenologico e di costruirsi un bagaglio psicopatologico teorico e clinico volto all’analisi delle psicosi.