Il titolo di questo volume fa riferimento a Orazio (c. 4.2.27-32), che paragona la sua opera poetica alla laboriosità delle api del promontorio Matino, in Puglia, nel produrre il loro miele – e insieme all'elegante acribia del lavoro di ricerca di Carlo Santini che, con la sua rara apertura al nuovo e al lontano e la curiosità vivida non hanno mai avuto il significato di una fuga, di un allontanamento dalle radici, ma piuttosto di un ampliamento di orizzonti spaziali, cronologici e ideali, da parte di chi tiene però fermo il fuoco delle sue prospettive.