A partire da un campione affidabile per provenienza archeologica (scavi di Luisa Bertacchi: 1300 monete inedite conservate presso il Museo Nazionale di Aquileia) e applicando le più accreditate metodologie è stata analizzata la circolazione monetale aquileiese durante il periodo tardoantico (IV-V secolo), in particolare le emissioni in bronzo, quelle di minor valore e di più frequente uso. Emergono così le caratteristiche salienti dello stock monetario di una delle città più strategiche dell’impero nella sua evoluzione tra IV e V secolo: diffusione dei nominali, attività e ruolo delle zecche, apporto di quella di Aquileia nel battere moneta (tra il 295/296 e il 425), nell’attrarre e ridistribuire i flussi monetari tra la Diocesi italiciana e le Diocesi dei Balcani. Lo studio del dato numismatico fornisce inoltre nuovi e più convincenti elementi per meglio conoscere non solo il ruolo e la presenza dei militari o dei funzionari fiscali, ma anche le attività commerciali di Aquileia in quel volgere di decenni, cruciali per il destino della città e dell’impero romano.