La Turcicae linguae per terminos latinos educta Syntaxis (…), pervenutaci in un unico manoscritto conservato alla Biblioteca Nazionale di Napoli, fu redatta, presumibilmente fra il 1625 e il 1632, da Giovan Battista Montalbano (1596-1646), un nobiluomo bolognese dalla vita avventurosa, che lo condusse a soggiornare per diversi anni nei territori dell’Impero Ottomano. L'opera è suddivisa in tre parti: una grammaticalee la morfologia della lingua turca con schemi di declinazione e di coniugazione, una lessicografica e una paremiologica. Il manoscritto di Montalbano, che rientra fra i Transkriptionstexte essendovi i vocaboli turchi trascritti in caratteri latini, ci era finora noto solo grazie agli studi dedicatigli dal compianto Aldo Gallotta, il quale però non si era occupato in modo specifico della cospicua parte lessicografica. Il presente lavoro si propone di offrire agli studiosi l’edizione scientifica e commentata di questo ricco materiale lessicale, che Montalbano ha tratto da diverse fonti, sia scritte – in primo luogo le Institutiones Linguae Turcicae di Hieronymus Megiser (1612) – sia orali, come testimonia l’aspetto fonetico, tipico della lingua parlata, di molti lemmi. L'opera montalbaniana, andando ad aggiungersi a quelle di Argenti, Carradori e Ferraguto edite negli ultimi anni, costituisce pertanto un ulteriore rilevante contributo a quel corpus di testi turchi in trascrizione premeninskiani di cui è superfluo sottolineare l’importanza per le ricerche concernenti la storia linguistica ottomana.