Il "corpo ebreo" nel post Shoah. Memoria, estetiche, sguardo (e nuove stereotipie dell’immagine)

  • Spanu, Massimiliano
Opera disponibile ad Accesso Aperto

Apri su OpenStarTs

Cartaceo disponibile
€ 12.00
Informazioni per l'acquisto

Il jew’s body è un luogo d’immaginari riproposti e intrecciati in diverse produzioni testuali, scritte e orali: quelle audiovisive e cinematografiche, fotografiche, videoartistiche e digitali inerenti a testimonianze e narrazioni sulla Shoah, il suo popolo, la storia, la cultura e la nazione ebraica. Jew’s body è oggetto dello sguardo orientato alle più infami stereotipizzazioni razziste e alle propagande falsificanti più feroci, al fine ultimo della distruzione d’un popolo intero.
Attraverso e con il “corpo ebreo” al cinema si dipanano vicende d’odio, di scontro sociale e culturale, risultato di segregazioni, scomparse e talvolta riaffioramenti, magari nelle emancipazioni in atto: ad esempio, quelle “scandalose” del mondo LGBT, ma più in genere femminili rispetto al mondo maschile tradizionale.
Il “corpo ebreo” al cinema è dunque carne, narrazione, simbolo, voce della storia e del popolo; esso è, simmetricamente, significante e/o metafora dei paesi e delle popolazioni “altre”, spesso avverse, ma necessarie a una definizione identitaria altrimenti fragile o assente in un periodo nel quale l’iconosfera e i suoi immaginari vanno sostituendo le figure del Sacro. Il jew’s body, dunque, è anche il rimosso nella costruzione dei muri, a delimitare reclusioni vergognose e perimetri propri, ma asfittici.
Per jew’s body, soprattutto in audiovisivo, s’intende l’archivio, la textura e la vulgata, il dato storico squassante, il ricordo impossibile e in absentia: è ebrea la vittima di uno sguardo che ne ha cercato la rimozione bio-politica. Ma il jew’s body è anche il vettore essenziale dell’affermazione
di un sentimento di rinascita nazionale e transnazionale, che lo accomuna (o così dovrebbe fare) a quello delle minoranze avversate in ogni tempo e luogo in Terra.
Il corpo ebreo di volta in volta incarna la Parola o il Verbo tradito; lo stato militare nell’assedio subìto, la disseminazione, la gettatezza e il genio apolide; la tradizione religiosa millenaria e le mitologie del racconto yiddish.
Il corpo ebreo è la questione vivissima dell’inaggirabile, inconcepibile vicenda della Shoah, dopo la quale è doveroso, se non necessario, soprattutto al cinema, misurarsi nel cimento della veridizione, della ricerca inestinguibile della Verità.

  • Anno: 2018
  • Pagine: 141
  • Lingua: it
  • ISBN (print): 978-88-8303-994-2
  • ISBN (online): 978-88-8303-995-9
  • Editore: EUT Edizioni Università di Trieste
Consulta il nostro catalogo
Confini nel tempo. Un viaggio nella storia dell’Alto Adriatico attraverso le carte geografiche (secoli XVI-XX)/Borders through Time. A Journey through the History of the Upper Adriatic with Geographical Maps (XVI-XX Century)
Trans2Care. The Partners and the Objectives of Trans2Care, an Italy-Slovenia cross-border network of science and healthcare institutions
'Prospettive' del gioire e del soffrire nell'etica di Platone
Il coraggio della cinefilia. Scrittura e impegno nell'opera di Callisto Cosulich
Cent'anni di Economia: 1924-2024
Trans2care. Cross-Border Italy-Slovenia Biomedical Research. Are we ready for Horizon 2020?
Manuale di farmacoeconomia. Seconda edizione riveduta e aggiornata
Trentennale della S.S.L.M.I.T. di Trieste. 1978 - 2008
Carlo Sbisà: "ai quadri miei non dan libero passo". Convegno di Studi, Trieste, Palazzo Economo, Salone Piemontese, 22-23 maggio 2014
Moving Bodies, Displaying Nations National Cultures. Race and Gender in World Expositions Nineteenth to Twenty-first Century