Prima della sua affermazione come poeta – con Monàde. 33 poesie del giudeo (Guanda, 1978) – e come prosatore e saggista, Ferruccio (Fery) Fölkel pubblica una plaquette di poesie (13 poesie del giudeo, Edizioni del Canzoniere, 1954) con lo pseudonimo di Ernesto Belgrano. Il libretto, qui riproposto assieme ai testi di alcune poesie e di un racconto (Cronaca del giudeo) degli anni Cinquanta, ci propone la visita a un interessante e coinvolgente laboratorio, in cui Fölkel andava elaborando temi, riflessioni, cifre di scrittura che sarebbero poi confluiti nella sua attività dei decenni successivi. Con spunti e rinvii di grande interesse a eventi e contesti che avevano segnato la sua vita: in particolare, la condizione di “giudeo” che gli derivava dalla famiglia paterna, ebraica di origine ungherese, e la partecipazione alla “guerra antifascista” durante la quale – come scriveva nella nota di copertina di Monàde – aveva “collaborato con gli “Angloamericani”. Una testimonianza-documento, ma anche un momento di ricerca con molte note di genuina e incisiva originalità.