C’è una grande differenza fra eliminare le barriere e progettare “senza” barriere. Quando si interviene per eliminare le barriere, ancora oggi, lo si fa con un approccio che guarda al binomio barriera/disabilità e con interventi che mirano a individuare soluzioni “dedicate” a una o più categorie di utenza: una progettazione disattenta alle esigenze delle persone reali prende come unico riferimento un prototipo standardizzato di uomo, senza considerare la varietà delle persone, dei loro corpi, età e abilità, preferenze e capacità (motorie, sensoriali, cognitive). L’approccio “senza barriere” è diametralmente opposto. Significa considerare la diversità sociale e degli individui sin dall’origine del progetto e prendere in considerazione tutti gli utilizzatori di ambienti, spazi, edifici e strutture in generale, e le loro specifiche esigenze.
Questo volume raccoglie le linee guida, risultato dell’attività svolta dal gruppo di lavoro composto da Silvio Pitacco, Consuelo Simone (Regione Friuli Venezia Giulia, Direzione centrale infrastrutture e territorio), Michele Franz, Paola Pascoli (Centro Regionale d’Informazione su Barriere architettoniche e Accessibilità - CRIBA FVG), Ilaria Garofolo, Elena Marchigiani, con Barbara Chiarelli e Andrea Peraz (Università degli Studi di Trieste, Dipartimento di Ingegneria e Architettura), Christina Conti, con Elena Frattolin (Università degli Studi di Udine, Dipartimento Politecnico di Ingegneria e Architettura), elaborate ai sensi della L.R. 10/2018, art. 8 bis, comma 3.
L’obiettivo della L.R. 10/2018 della Regione Friuli Venezia Giulia è quello di conseguire un innalzamento della qualità della progettazione dello spazio aperto e dell’ambiente costruito mediante una progressiva applicazione dei principi metodologici della Progettazione universale, che la legge individua quale standard di qualità a cui riferirsi; nel contempo persegue questo obiettivo anche attraverso il Piano di Eliminazione delle Barriere Architettoniche (PEBA).